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Pasternak , il compositore

Una delle più importanti operazioni editoriali del secolo scorso è stata senz’altro la pubblicazione de Il dottor Živago per i tipi di Feltrinelli (già editore militante). Era la prima edizione mondiale dell’unico romanzo scritto dall’autore russo Boris Pasternak, che fu un caso editoriale clamoroso e che gli valse, sebbene non poté ritirarlo, il premio Nobel per la letteratura. 

Ma, ben prima che sulla prosa e sulla poesia, lo studio di Pasternak si era concentrato sulla musica: la madre era pianista e il padre pittore che, oltre ad aver illustrato vari libri di Tolstoij, aveva anche ritratto numerosi compositori e interpreti dell’epoca tra i quali Busoni, Rachmaninoff, Hoffman e Skrjabin. Ed è stato proprio dall’incontro con Skrjabin che Pasternak ha cominciato ad approfondire l’armonia, il contrappunto e la composizione. 

Nella musica di Pasternak, le influenze del nuovo simbolismo russo e dello stesso Skrjabin sono molto chiare: l’uso del poliritmo, l’armonia mistica e orgasmica – tutti espedienti ben riconoscibili anche nel Le divin poème, che Skrjabin stava componendo in quegli anni. 

La sonata in si minore, titolo riecheggiante la più famosa sonata in si minore di Liszt, è una composizione che ritrae bene il modo in cui Pasternak ha digerito e metabolizzato le varie influenze: presenta un solo movimento, come le ultime sonate di Skrjabin; l’inizio ricorda il suono delle campanelle (una ricerca tipicamente russa) e la struttura è più simile a quella di un flusso di coscienza, alla stregua del modernismo dell’Erwartung di Schönberg, piuttosto che rifarsi allo schema classico del genere sonata. 

Insomma, si scopre così che un importante poeta e scrittore, era, in realtà, anche un compositore raffinato!

Articolo di Fabrizio Pelli