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OFFICINA DELLA CAMOMILLA LIVE AL MONK 13 12 2023

L’ officina della camomilla è tornata. A 10 anni dall’ ormai cult per ogni ragazzetto semi disadattato “senontipiacefalostesso”, perla rara e disordinata, figlia dell’ influenza di garage, punk, musica elettronica mal digerita, lo-fi, estrema spontaneità, un po’ di Baustelle (e parecchie sostanze), ritorna la band di “Agata brioche” e “un fiore per coltello”, pilastro e precursore di quella che sarebbe stata la scena indie in Italia, e lo fa con un nuovo sound ancora più carico di nostalgia, frutto chiaramente anche del percorso più “synthpop” da solista di Francesco de Leo (che manda ahimè un po’ in pensione quel suo modo di cantare frammentato ed estremamente personale a cui sono tanto affezionato), ed arricchito sia dal ritorno del chitarrista storico, che trasformò all’epoca quello che era un progetto da cameretta in un vero disco, Stefano Poletti, che dalla boccata di aria fresca portata dalla recentemente aggiunta collaborazione con Altea del Thrucollected.
-alessandroakira

foto date

13 dicembre, Arriviamo davanti al Monk con una mezz’ora di anticipo,
Io ed Alessandro non vedevamo l’ora di andare al Monk per vedere l’officina!
poi la data romana era stata annunciata con largo anticipo. L’attesa per la serata si è fatta sentire.
Il problema è che spesso abbiamo questa cattiva e quasi saccente abitudine : di iniziare a speculare su quale tipo di pubblico ci aspetta, soprattutto quando si tratta di serate alternative e ricercate

non so perché ma

ci eravamo mezzi convinti che ci sarebbero stati un botto di scapestrati poco socievoli (un po’ come noi) e che magari sarebbe pure partito un pogo su 2-3 canzoni più movimentate se c’era il clima giusto e si risolveva la serata per noi.

Entrati dentro al Monk, luogo di questa assurda serata, ci affacciamo nell’area esterna vicino la zona con i tavolini, dove ci riuniamo pure col buon Lorenzo, responsabile di tutti gli scatti allegati a questo articolo.

Lì si sono un po’ infranti tutti i pronostici e le ipotesi che ci eravamo fatti io ed Ale giorni prima del concerto: invece di trovare una orda di oldhead incalliti della scena indie e qualche timido gruppo di fan entusiasti per la reunion, ci si palesa davanti un marea di ragazze giovanissime, tante belle coppiette ed addirittura alcuni bambini accompagnati dai genitori! ovviamente non fraintendetemi non c’è niente di male in questo tipo di pubblico, è stato solo un po’ inaspettato sul momento, sicuramente abbiamo imparato che a volte bisogna vederle le cose più che teorizzarle.
dopo alcuni attimi di disagio ed ineguatezza (in buona parte dovuto dal nostro vestiario, forse un po troppo punkettone metal rispetto al resto della folla) ci facciamo un po di coraggio, prendiamo un drink e ci avviamo vicino ai lati del palco, dove c’era ancora qualche posto buono per vedere bene il concerto, già all’apertura delle porte molta della folla si è piazzata davanti, aspettando con religiosa pazienza il ritorno dell’officina da questa lunga assenza dai palchi, tanto che ormai era diventato difficile immaginare un loro ritorno dopo 7 anni.. eppure sono tutti qui, molti guardano le lucine che emette la maschera da coniglio attaccata al microfono, protagonista del loro ultimo video woodstock 99 con quelle vibes un po’ oniriche alla donnie darko, che devo dire si sposano davvero bene con l’atmosfera più intima che solitamente si può trovare al Monk, nonostante c’era sold out e piano piano la sala continuava a riempirsi.

Appena si spengono le luci iniziano i primi tumulti tra la gente, arrivano sul palco Francesco De Leo, Stefano Poletti ed il resto della formazione avvolti da una nube fittissima generata dalla macchina del fumo, praticamente l’officina scompare fisicamente per lasciare spazio al folle arrangiamento consegnato dal poletti mentre suonava letteralmente una sega, ed alla voce di Francesco che inizia ad intonare Meringa Lexotan, ed a seguire “I graffiti del mercato comunale” (uno dei miei pezzi preferiti),

 

la nube inizia a sparire, e da lì in poi sarà un susseguirsi a ritmo serrato dei brani più significativi per il gruppo, soprattutto la prima produzione, arrangiati in modo diverso rispetto la maggior parte delle versioni studio, andando più vicino al suono che possiamo trovare nei loro ultimi 3 singoli.
tra le cose più belle sicuramente c’era la risposta del pubblico, con un coinvolgimento quantomeno assordante; la gente sapeva tutte le canzoni a memoria, cantate a squarciagola mentre molte ragazze vicino a noi
iniziavano a sentirsi male per la troppa emozione ( “sentirsi male” nel senso buono del termine, suppongo non sia svenuto nessuno) sbraitando a squarciagola tutti i testi delle canzoni.
c’era tanta energia, ma effettivamente non era molto da pogo..diciamo che in quel momento c’erano veramente tante coppie attorno a noi impegnate ad amoreggiare, non ci sembrava il caso iniziare a spintoni.
è sempre importante capire dove ci si trova prima di fare certe robe, c’è tempo e lungo per ogni cosa.. nonostante verso fine serata riceveremo dei pareri ben diversi da alcuni ragazzi nella folla che ci faranno un po’ ricredere (continuate a leggere per sapere questo colpo di scena!!) nonostante questo piccolo appunto ci siamo goduti tutto il set
oltre alla grande performance vocale di Francesco De Leo, è sicuramente da elogiare l’energia e la presenza scenica di Stefano Poletti nel fiancheggiare il resto della band, tutto ciò nel mentre che era impegnato sul palco a suonare una pletora di strumenti: dallo xilofono, alla fisarmonica, i rullanti, la chitarra.. ripeto, in alcuni frangenti anche una sega…..

un concerto che rappresenta a pieno l’identità della band: un incontro tra generazioni a tratti veramente rumoroso, intimo da essere quasi imbarazzante ed un po’ malinconico, senza alcun effettivo motivo per esserlo.
un po’ quel senso estraniante e di meraviglia che viene quando ci si approccia a questa band, come quando ti senti per la prima volta “Senontipiacefalostessouno”, uno dei primi lavori del gruppo.

 

 

Il dopo serata è stato uno dei momenti più alti, con i membri della band vicino lo stand del merch che scambiavano chiacchiere con la gente e lasciavano autografi sui cd, con Ale che non voleva fare il fan rompiscatole ma allo stesso tempo bramava di scambiare due chiacchiere con De Leo,
il bello è che nel corso della serata è venuto da se l’interagire con la band ed anche alcuni membri dell’entourage, senza qualsivoglia barriera che molto spesso in queste situazioni uno può sentire, che sia perché è un fan o per questioni di press.
per rendere l’idea appena abbiamo incrociato Francesco fuori dalla sala, mi abbraccia di botto e mi dice una frase del tipo ” questa sera bisogna volersi bene tra di noi”, per poi farmi una dedica un po’ di spiego sulla mia agendina
con la scusa siamo riusciti anche a fare una chiacchierata davvero illuminante con Emanuele, uno dei ragazzi dietro Pirates che da un po’ di anni sta dietro il management dell’officina della camomilla.
ci ha fatto presagire grandi progetti per il futuro della band, abbiamo capito che questa serie di nuove date non sono da prendere solo come una reunion, ma come un nuovo inizio per la band dopo tanti anni di fermo.

dopo un po’ abbiamo cercato di fare un po’ di contenuti per la pagina, iniziando in modo poco sobrio ad “intervistare” le persone che stavano li lì per andarsene a concerto finito, per raccogliere un po’ i vari punti di vista riguardo la serata e più in generale per parlare dell’officina con i fan, da molti considerati esseri rari (se non mitologici)

il problema è che il nostro registra Lorenzo (l’unico nel gruppo che aveva una macchina professionale per fotografare/fare video) vive abbastanza lontano rispetto al Monk, quindi dopo il concerto doveva andarsene presto per riuscire a tornare ad un orario decente, in conclusione siamo riusciti solo ad importunare un pochino il buon Mazzariello, artista mega forte e simpatico, che già in passato ha collaborato per alcune serate con Radio Kaos accompagnato dalla sua (probabile?) ragazza, Antonella.
probabilmente non usciranno mai queste interviste flash data la qualità che tocca il limite dell’amatoriale, forse con un po’ di post produzione li potremmo riproporre per il secondo live
però ci tengo a dire come ci siamo incontrati con Mazzariello e Antonella, o meglio, il motivo: dopo il concerto ci hanno fermato così a caso, ringraziandoci per il fatto che provavamo ad attivare la situazione a livello di pogo, tirandoci qualche spinta l’un l’altro.
io ed Ale rimaniamo sbigottiti ma presi benissimo da questi apprezzamenti, chi poteva pensare che una coppietta poteva incitare al pogo? queste due chiacchere sono state il modo perfetto per chiudere la serata, e ci mette pure molta grinta per la prossima data romana! che a questo punto potrebbe essere anche accompagnata da un nuovo progetto dell’officina, che da un po’ di giorni sembra ormai confermato.. staremo a vedere nei prossimi mesi,
sicuramente alla prossima data non mancheremo con un approfondimento ancora più nel dettaglio.

Articolo a cura di: Francesco Massimi e Alessandro Stelitano

Foto di : Alejandro Curtidor ( @go2dam8n ).