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Selene dei Dimensione Brama

Io venia a rimirarti, alle mie luci il tuo volto apparia e mi giova la ricordanza, il noverar, il rimembrar.

Accadono momenti di silenzio coinvolti, paradossalmente, in riflessioni rumorose, il grande frastuono interiore e abisso messo a chiaro dalla contemplazione della luna. Noi, piccoli esseri umidi, spogliati fino all’osso dall’insordito io, per ascendere e trovare una grande pace scendente “dal davanzale del cielo”. I Dimensione Brama, leopardianamente, si tingono di chiara luce lunare con il loro nuovo singolo “Selene”, con questo testo si perdono nei meandri, tra gli angoli, fra le screpolature dell’io. Il 5 luglio scorso “Selene” è il terzo brano pubblicato dal gruppo, a chiarificare (se non lo fosse già) il loro ruolo di spicco nella scena musicale romana, quindi a rappresentare una nuova luna nel tondo anulare capitolino. Selene nella mitologia greca è la titanide della luna, la personificazione della sua forma plenaria raffigurata da una donna con indosso vesti fluide e bianche. I Brama con in mano due teste di ariete ed una torcia, a simboleggiare una primavera artistica.

La canzone prende inizio all’interno di una scena arida, polverosa, quasi western. Labbra enniane fischiettanti preparano l’entrata della cassa drittissima e di una chitarra uccellaccia e uccellina che andranno però a mettere in scena una roboante e popolaresca danza musicale con un violino quasi yiddish e con un pianoforte un poco blues, il cantato è una voce statuaria, piena e marmorea che diventa dolce, così dolce, al ritornello. Interessante ed evidente la capacità del collettivo di sapersi tingere di diversi generi musicali e di cambiare, durante il brano, sonorità drasticamente ma non senza una preparazione (anche musicale) e progressione. Dalla prima parte popolare, ritmata e vocalmente cadenzata, all’esplosione finale chiaramente rock nella quale gli strumenti propriamente rocciosi si scontrano con una tromba impazzita con venature di Sarajevo. Molto interessante, tuttavia, la scintilla di questo scoppio: una fiaba a pianoforte e violino, percussioni capoverdiane, echi di tromba. Il climax dei Bramanti, elemento loro connotativo, che denota conoscenza della dinamica musicale e allo stesso tempo gusto stilistico ed armonico.

“Selene”, dopo i precedenti singoli “Correre” e “Trent’anni”, ci accompagna alla scoperta dei Dimensione Brama nelle loro vesti studiografiche. Un’altra faccia del Collettivo così tanto performativo, conosciuto per gesta musico-rappresentative e gesti teatrali, ora per gestazione registrata.

I Dimensione Brama, ancora una volta, concedono visioni lontane.

Articolo di Archita Giuseppe Russo