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D&G, dal cuore alle mani

Spesso succede di ripensare a momenti passati, magari ci scappa un sorriso o magari altre volte ci scende una lacrima. I ricordi sono fatti così, vivono racchiusi in cassetti della nostra memoria pronti a riaffiorare in qualsiasi momento. Ti è mai successo, per esempio, di sentire semplicemente l’odore di un profumo familiare o il suono di una canzone e di essere pervaso da un’ondata di emozioni?

Un ricordo è un piccolo frammento di memoria, legato ad un avvenimento, ad una persona o ad un contesto; mentre quando si parla di memoria si intende tutto l’insieme dei ricordi, è la capacità di tenere traccia di informazioni relative ad eventi, immagini, sensazioni, idee, ecc. di cui si ha avuto esperienza in passato e di riuscire a rievocarle in seguito all’arrivo di stimoli esterni.

Il nostro cervello è una grande macchina in grado di conservare tutte queste informazioni. Ci sono aree cerebrali deputate a tutto questo complicatissimo processo: ogni informazione viene memorizzata grazie alla formazione di una specifica rete neuronale, prima nell’ippocampo, dove i ricordi si formano e si consolidano, e poi nella corteccia, dove vengono definitivamente immagazzinati.

Tramite i ricordi possiamo dare voce al passato utilizzandoli nella nostra quotidianità, nel nostro presente. Domenico Dolce e Stefano Gabbana nella loro mostra “Dal cuore alle mani fanno proprio questo, raccontano attraverso le loro creazioni la bellezza del fatto a mano che punta verso il futuro ma che guarda sempre con occhio ad un passato mai totalmente scomparso. Si tratta di un viaggio nella storia fatto di memorie e ricordi di ciò che ha maggiormente stimolato i due artisti.

La mostra si compone di dieci sale in ognuna delle quali è presente un diverso riferimento a ciò che ha ispirato le collezioni dei due designer. Il tutto si apre con una vera e propria venerazione per il “fatto a mano” con i dipinti di Anh Duong che mostrano il Grand Tour delle collezioni di Alta Moda di Dolce & Gabbana; proseguendo nella seconda sala, poi, si incontra l’arte della lavorazione del vetro veneziano per arrivare con la terza ad un omaggio all’opera Il Gattopardo presentando un allestimento che riproduce la nota scena del ballo.

Una selezione di creazioni di Alta Moda e Alta Gioielleria riempie la quarta sala, nella quale l’occhio è attratto dalla contrapposizione tra il fascino del nero di Sicilia e l’opulenza dell’oro; un tempio dedicato alla devozione avvolto in un’aura barocca. Per comprendere poi la maestria degli artigiani lo spettatore è portato in un dietro le quinte del mondo della sartoria, con la quinta sala vengono ricreati infatti i laboratori della Maison. Nella sesta sala invece si può ammirare una selezione di abiti che vede come soggetto decorativo principale le opere d’arte del Rinascimento.

Le due sale successive celebrano la Sicilia, terra natia di Domenico Dolce, con forme e colori accesi della tradizione artigianale siciliana e installazioni decorate a mano da maestri pittori della maiolica nella prima, e un rimando alla lavorazione dello stucco con un omaggio al maestro del periodo Barocco, Giacomo Serpotta nella seconda. Rispecchia la dimensione del mito, dell’opulenza e del sogno, invece, la nona sala con abiti provenienti dalla Collezione presentata nella Valle dei Tempi di Agrigento, rappresentanti le divinità olimpiche greche, e creazioni fatte in mosaico che onorano la ricchezza delle basiliche bizantine italiane. Il percorso si conclude con l’ultima sala dove viene rappresentato il teatro all’italiana con creazioni ispirate alle Opere maggiormente amate da Dolce & Gabbana.

Si tratta quindi di uno sviluppo creativo che attinge dalle diverse ispirazioni dei due artisti, dai loro ricordi e dagli eventi che hanno maggiormente segnato il loro passato, con l’aggiunta di un omaggio alla cultura italiana.

“I ricordi sono la chiave per aprire la porta verso il passato e il ponte verso il futuro” come disse Corrie Ten Boom.

ARTICOLO DI SARA FICARA