LA SCONFITTA DELLA RADIO
Una voce tra le stoviglie di una cucina, tra i calcinacci di un cantiere, tra i tavoli di un locale, tra i sedili di un’automobile, s’impossessava dell’ascoltatore, di chi necessitava di una compagnia o di un ascolto curioso. La radio, tra notiziari e musica, viaggiava dritta, scopriva e faceva scoprire, creava attesa, sorprese e delusioni. Ed oggi? Stiamo assistendo alla sconfitta della radio?
Qual è il ruolo della radio oggi?
Oggi che ruolo ha la radiofonia? Confusionario.
Si confonde e si nasconde, un poco per paura di non soddisfare, per mancanza d’audacia, un poco per un pubblico che richiede un’altra fruizione, una fruizione più docile e disinteressata. Molto lieve è il confine tra radio e podcast, tra commento ed intrattenimento, tra repertori e canzonette. Colpa della radio, colpa degli ascoltatori, o semplicemente non puntiamo il dito: son cambiate le necessità, le modalità.
La personalizzazione dell’ascolto: streaming vs radio
Oggigiorno la musica si sceglie, lo streaming dà noi la possibilità di saltare dai canti carnascialeschi a Tyler the creator nel nostro momento, quello che noi più di tutto vogliamo. L’ascolto è ormai diacronico, fuori contesto, fuori storia, quando invece la radio è attualità, diretta, interazione, si spende in un’ora o due per approfondire un non-detto, una musica sconosciuta od una canzone celebre ma attorniata da un commento maturo, critico, viscerale.
La radio si è trasformata in grande chiacchierata tra talk, barzellette e grandi hit del momento.
Che significato ha trasmettere in onda la conosciutissima alta classifica? Nessuno.
Rubriche radiofoniche: il rischio di un’omologazione
Il tormentone lo si può sentire (e non ascoltare) quando si vuole, a quel punto la radio non è necessitante, perde d’importanza. Eppure, le numerose rubriche radiofoniche, testarde, non si scostano dalla moda (e mediatica) del momento, e difatti non differiscono tra di loro: parlano, propongono tematiche e canzoni troppo, troppo comuni.
L’ascoltatore che frequenza deve scegliere? Non ha importanza, date le premesse è necessario solamente accendere ed abbracciare il caso, ed eventualmente si giudicherebbe non la canzone ma la maniera scherzosa ed intrattenente dello speaker.
L’importanza della musica: un elemento cardine dimenticato
Non c’è più spazio, ahimè, per un ascolto concreto, per una voce che mescoli la musica sconosciuta ad un commento critico su composizioni più ricordate e storiche, privilegiando il concetto di musica e presentandolo con un gusto originale, caratterizzante quindi lo speaker, la rubrica e la radio stessa.
Si va a perdere pertanto uno degli elementi cardini della radio, la musica. La grande radio istituzionale, figlia di aziende a bilancio, non può separarsi da tormentoni o archeologie musicali superficiali.
Web-radio e indipendenza: un’alternativa viva e locale
Le web-radio o radio indipendenti conservano invece questa possibilità, facendo della loro scena locale il centro, richiamando quindi un pubblico di musicisti e di ascoltatori finalmente curiosi.
Qui scrivo per Radio Kaos, web radio indipendente romana, conosciuta almeno in luogo capitolino per la sua natura di radio in vetrina, affacciata su strada e agli occhi di tutti, stante a rappresentare quel legame col pubblico (passante, sempre) che forse la radiofonia non ha più, e quella scena musicale romana (un po’ in penombra) grazie ai numerosi eventi da lei organizzati.
Eliseo Laurenza ed io, inseriti nel mondo confusionario dell’esser musicisti, fonici e teatranti, tentiamo l’impossibile con Musiche e Riflessioni, nuova rubrica radiofonica per Radio Kaos.
Autore: Archita Giuseppe Russo