La musica è fatta di numeri
«Mi fermo. Non ho più le energie fisiche e mentali. Non riesco a fingere che vada tutto bene».
Negli ultimi giorni, il cantante Sangiovanni ha annunciato sui social la sua decisione di prendersi una pausa dal mondo della musica, rinviando album e concerti. Questo atto coraggioso ha sollevato importanti questioni riguardanti la salute mentale degli artisti e il confronto tra le aspettative della società e l’importanza della felicità individuale.
Dopo il Festival di Sanremo, gli effetti boomerang si manifestano per coloro che dedicano la propria vita a questa professione, basando su degli standard il loro valore.
Sangiovanni ha ribadito su Instagram l’importanza di fermarsi quando ci si sente sopraffatti dalla vita e quando la passione per ciò che si fa svanisce. Sottolinea così il tema cruciale del benessere mentale nell’industria musicale. La musica è fatta di numeri.
Per gli artisti la musica è fatta di numeri e prestazioni
In un mondo in cui il successo è spesso misurato da numeri e prestazioni, gli artisti si trovano costantemente sotto pressione per soddisfare gli standard imposti dall’industria.
Le grandi case discografiche e i principali canali di distribuzione spesso mettono gli artisti, anche giovanissimi, in una frenetica corsa verso il successo, trascurando i loro bisogni emotivi e psicologici. Questo approccio non solo mina la creatività degli artisti, ma può anche avere gravi conseguenze sulla loro salute mentale e fisica
Come cambiare le cose?
Nel 2016, con generi musicali come l’indie o la trap, sembrava che potesse emergere un’alternativa a questo percorso. Originariamente nati come sottoculture in Italia, si uniscono all’intero contesto delle etichette indipendenti. Si credeva che la musica fosse basata sulla spontaneità e sui messaggi anziché sulle aspettative e sui numeri. Si riusciva così a creare una frattura sia a livello musicale che nel sistema e nell’approccio.
La musica e fatta di numeri?
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Dir. Artistico Radio Kaos Italy